lunedì 22 febbraio 2010

1904 – José Echegaray - Spagna

“O Pazzia o santità”

La scena rappresenta lo studio di Don Lorenzo, è una stanza a forma ottagonale. A sinistra dello spettatore, in primo piano, un caminetto acceso sopra un grande specchio in cornice nera; in secondo piano una porta. A destra, in primo piano, un’altra porta; in secondo piano, una finestra. Nel fondo, la porta principale. Nei due lati obliqui dell’ottagono, grandi scaffali pieni di libri. A sinistra, una scrivania a ribalta con una poltrona. A destra, un divano. Su alcune seggiole, sul tavolo, sui ripiani degli scaffali e lungo le pareti, libri e oggetti d’arte messi alla rinfusa, ma senza che l’insieme appaia in disordine. L’arredamento, elegante e ricco, è però di gusto molto severo: tendaggi e mobili scuri. È un giorno d’inverno; c’è poca luce.

Scena I

Don Lorenzo , seduto al tavolo, legge attento.

LORENZO Le misericordie – rispose don Chisciotte – sono, nipote mia, quelle che in questo momento Dio ha voluto concedere a me, che non sono impedito dai miei peccati. Io ora sono in pieno possesso del mio senno, libero e chiaro, non velato dalle fosche ombre dell’ignoranza, in cui mi aveva avvolto la deplorevole, continua lettura che feci dei detestabili libri di cavalleria. Ora ne capisco le fandonie e gli inganni e mi rammarico soltanto del fatto che questa disillusione sia giunta così tardi da non lasciarmi tempo di fare una qualsiasi ammenda leggendo altri libri che siano luce dell’anima.


Nessun commento:

Posta un commento