lunedì 22 febbraio 2010

1923 – William Butler Yeats – Irlanda




L’indiano alla sua amata

L’isola sogna all’alba, e grandi rami
Stillano quiete; le pavoncelle danzano
Su un prato raso, e un pappagallo oscilla
Su un albero, infuriandosi
All’immagine propria nel mare di smalto.

Ormeggeremo qui la nostra nave solitaria,
Vagando con la mano nella mano,
Teneramente sussurrando bocca a bocca
Lungo l’erba e le sabbie, sussurrando
Come siano lontane le terre senza pace:

E come noi, unici fra i mortali,
Siamo celati sotto i quieti rami,
E il nostro amore si fa come una stella indiana,
Una meteora del bruciante cuore, una cosa
Unica con i flutti che scintillano, con l’ali che scintillano e dardeggiano,

Con i rami pesanti, e la colomba brunita
Che i giorni e giorni sospira e geme:
Come alla nostra morte le ombre nostre se ne andranno erranti,
Quando la sera avrà acquietato le vie dei pennuti,
Con vaporoso incedere presso la sonnolenta luce delle acque!

Nessun commento:

Posta un commento