Incipit di “Taide”
In quel tempo il deserto era pieno d’anacoteri. Innumerevoli capanne, costruite dai monaci con fronde e fango, si susseguivano lungo le due rive del Nilo, Né troppo vicine, né troppo lontane, permettendo agli abitatori di vivere isolati e d’aiutarsi in caso di bisogno. Di tanto in tanto qualche chiesa, con in vetta il segno della croce, emergeva fra le capanne; e i monaci vi si recavano i giorni di festa per assistere alla celebrazione dei misteri e partecipare ai sacramenti. C’erano anche, proprio sull’orlo del fiume, casa abitate da cenobiti che, chiusi ciascuno nella sua angusta cella, quella comune dimora eleggevano per meglio assaporare la solitudine.
In quel tempo il deserto era pieno d’anacoteri. Innumerevoli capanne, costruite dai monaci con fronde e fango, si susseguivano lungo le due rive del Nilo, Né troppo vicine, né troppo lontane, permettendo agli abitatori di vivere isolati e d’aiutarsi in caso di bisogno. Di tanto in tanto qualche chiesa, con in vetta il segno della croce, emergeva fra le capanne; e i monaci vi si recavano i giorni di festa per assistere alla celebrazione dei misteri e partecipare ai sacramenti. C’erano anche, proprio sull’orlo del fiume, casa abitate da cenobiti che, chiusi ciascuno nella sua angusta cella, quella comune dimora eleggevano per meglio assaporare la solitudine.
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