mercoledì 17 marzo 2010

1949 – William Faulkner – USA


Incipit di “Santuario”

Oltre lo schermo di cespugli che circondavano la sorgente, Popeye spiava l’uomo che stava bevendo. Un viottolo conduceva dalla strada alla sorgente. Popeye osservava l’uomo, alto, asciutto, senza cappello con calzoni di flanella grigia, lisi, una giacca di tweed sul braccio, che era emerso dal sentiero e s’era inginocchiato per bere alla polla.
La sorgente scaturiva dalla radice di un faggio, e scorreva su uno strato di sabbia ondulata. Era circondata da canne, da cipressi, eriche, un viluppo nel quale i raggi del sole, spezzati, parevano nascere da se stessi. A tratti, vicino eppur misterioso e nascosto, un uccello gorgogliava tre note, poi taceva.
L’uomo che beveva immerse la faccia nei riflessi molteplici della polla d’acqua, smossa dal suo gesto. Quando si rialzò, scorse, confuso col proprio, il riflesso ondulato del cappello di paglia di Popeye, sebbene non avesse udito nessun rumore.

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