mercoledì 17 marzo 2010

1955 – Halldòr K. Laxness – Islanda


Tratto da “Salka Valka”

Il battello postale in servizio lungo la costa islandese, arranca prudentemente attraverso la nebbia compatta. Orientandosi sulle stelle e sulle rocce a picco, s’insinua nel fiordo di Axlar per giungere senza ritardo ad Oseyri. La nebbia nevosa è attraversata dagli acuti sibili del fischietto del comandante. Nel salone di prima classe, due viaggiatori dall’aspetto distinto, proveniente dal Mezzogiorno, parlano delle luci che si veggono splendere sulla riva.
- Quando si naviga lungo questa costa – essi dicono – nel profondo buio invernale, non si può fare a meno di pensare che difficilmente, nel mondo intero, possa esistere qualche cosa di più povero e insignificante d’un paesello aggrappato ad alte montagne scoscese. Come si svolge la vita laggiù? Come vi si muore? Che cosa si dice quella gente quando si desta al mattino? E la domenica in qual modo se la passa? chissà come si sentirà il pastore quando sale sul pergamo a Natale e a Pasqua. Non voglio dire che cosa intenda, ma soltanto che cosa pensi.

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