Incipit de “Il dottor Zivago”
Andavano e sempre camminando cantavano eterna memoria, e a ogni pausa era come se lo scalpiccio, i cavalli, le folate di vento seguitassero quel canto.
I passanti facevano largo al corteo, contavano le corone, si segnavano. I curiosi, mescolandosi alla fila, chiedevano: “Chi è il morto?”. La risposta era: “Zivago”. “Ah! Allora si capisce”. “Ma non lui, la moglie”. “È lo stesso. Dio l’abbia in gloria. Gran bel funerale”.
Andavano e sempre camminando cantavano eterna memoria, e a ogni pausa era come se lo scalpiccio, i cavalli, le folate di vento seguitassero quel canto.
I passanti facevano largo al corteo, contavano le corone, si segnavano. I curiosi, mescolandosi alla fila, chiedevano: “Chi è il morto?”. La risposta era: “Zivago”. “Ah! Allora si capisce”. “Ma non lui, la moglie”. “È lo stesso. Dio l’abbia in gloria. Gran bel funerale”.
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